Politecnico di Torino, 1906 -
- Metadati
- Relazioni
Intestazione di autorità
- Politecnico di Torino, università
Date di esistenza
- Data di istituzione/costituzione:
- 1906
Natura giuridica
- Qualifica:
- università
Funzioni e attività
- Il Politecnico di Torino affonda le sue radici nella storia di due istituzioni: la Regia Scuola di Applicazione, nata nel 1859, e il Regio Museo Industriale, fondato con Regio Decreto nel 1862 e inaugurato nel 1871. Lo scopo istituzionale era quello di formare ingegneri civili e architetti. Nel 1879 venne approvato un nuovo regolamento organico per il Regio Museo Industriale che lo rendeva un istituto volto a promuovere il progresso dell'industria. A questo scopo, il Museo raccoglieva e conservava un'esposizione permanente di oggetti attinenti all'industria, eseguiva perizie e disegni per conto di enti pubblici e privati e, in quanto Istituto di Istruzione Superiore Industriale, concorreva alla formazione in materie quali la Fisica, la Chimica, la Meccanica e il Disegno; l'offerta didattica venne successivamente regolarizzata da un Regio Decreto che istituiva una classe unica di ingegneri industriali, e ben due corsi biennali per il diploma di direttori d'industria. A causa di un consistente incremento delle iscrizioni, nel 1885 si decise di ampliare gli edifici scientifici adibiti ai corsi e di costruirne di nuovi, per mezzo di una convenzione tra i Ministeri di Agricoltura e di Istruzione, la Provincia e il Municipio.
Sono anni segnati da una notevole evoluzione scientifica e tecnologica, come possono testimoniare l'apertura della nuova Scuola di Elettrotecnica, che annoverava tra i suoi docenti Galileo Ferraris, già professore al Regio Museo e titolare della cattedra di Fisica Tecnica, e la nascita del laboratorio di Elettrochimica.
Visto il crescente sviluppo, dal 1903 si cominciò ad avvertire l'esigenza di riformare i due istituti torinesi. A questo proposito, il 26 giugno 1905, l'on. Fortis, presidente del Consiglio dei Ministri, presentò al Senato del Regno il progetto di legge per l'istituzione del Regio Politecnico di Torino, che fondeva in sé la Regia Scuola e il Museo. L'intento non era quello di costituire un semplice istituto locale di istruzione tecnica superiore, bensì un ente nazionale per l'incremento dell'industria e dell'economia del Paese. Il disegno di legge divenne realtà nel 1906, anno in cui si inaugurò solennemente il nuovo anno accademico. Lo stesso anno vide susseguirsi a capo dell'Istituto Vito Volterra ed Enrico D'Ovidio.
Nel 1908 venne approvato il nuovo Regolamento, grazie al quale, nel primo quinquennio della sua esistenza, il Regio Politecnico di Torino provvide ad arricchire la formazione dei suoi ingegneri con nuovi corsi, come quelli di Chimica organica e metallurgica e di Metallografia, oltre alla Scuola di Architettura e alla Scuola Superiore di Ingegneria Mineraria. Complessivamente, erano dunque presenti sette categorie di corsi: i corsi superiori, i corsi per allievi ingegneri, i corsi speciali (con lo scopo di istruire i quadri intermedi delle industrie), il corso di Merceologia, il corso per gli allievi periti delle Opere Pie San Paolo, i corsi complementari e i corsi singoli. Furono anni di espansione logistica dell'Istituto: dopo avere acquisito gli stabili già della Scuola di Applicazione e del Regio Museo, ossia il Castello del Valentino e il Palazzo del Regio Museo Industriale, il Regio Politecnico provvide ad ampliarli con la costruzione di nuove aule e si affacciò inoltre sullo scenario mondiale con la partecipazione, nel 1908, all'Esposizione Internazionale di Elettricità di Marsiglia.
Nel 1922 la direzione passò al Prof. Gustavo Colonnetti e, poco dopo, nell'aprile del 1923, il primo Politecnico di Torino si trasformava in Scuola di Ingegneria e in Scuola di Architettura.
A partire dal 1927 il Politecnico cominciò a ricevere forti contributi da enti pubblici e privati, tra i quali spiccava la FIAT, tanto che Edoardo Agnelli entrò presto a far parte del Consiglio di Amministrazione, istituendo una Fondazione Politecnica per assicurare all'ente una sovvenzione continuativa. La collaborazione venne ulteriormente sancita dalla creazione di un "Corso di perfezionamento in materia automobilistica" nel 1931.
In questi anni il Politecnico di Torino vide succedersi alla carica di Rettore Giuseppe Albenga, Clemente Montemartini, Luigi Losana (nel 1933, anno in cui la Scuola di Architettura viene trasformata in Istituto Superiore di Architettura) e Giancarlo Vallauri, che nel 1935 fondava l'istituto Elettrotecnico Nazionale, intitolato a Galileo Ferraris.
Nel 1935 il Regio Istituto Superiore di Architettura e il Regio Istituto Superiore di Ingegneria vennero trasformati in facoltà. Tali modifiche istituzionali furono recepite nel nuovo Statuto del 1936. Gli stessi anni rappresentarono una tappa fondamentale nel processo di internazionalizzazione, come dimostra il numero degli studenti stranieri iscritti che si aggirava intorno ai quaranta su un totale di circa seicento.
Al 1938 risale l'annuncio dato da Giovanni Agnelli al Consiglio d'Amministrazione della Fiat con cui si esprimeva l'intenzione di stabilire al Lingotto una nuova sede del Politecnico, progetto però mai attuato a causa dello scoppio della guerra. Infatti, a causa di un bombardamento che colpì il palazzo della Facoltà di Ingegneria, i corsi di insegnamenti vennero trasferiti ad Acqui, e nel 1944 Colonnetti inaugurò l'attività del Campo Universitario di Losanna dove professori e studenti, profughi dall'Italia, cercarono di ricomporre le basi per la ricostruzione.
Finalmente nel 1945 riaprì il Politecnico al Castello del Valentino e l'anno dopo, con la Proclamazione della Repubblica Italiana, si ebbe il passaggio dalla denominazione di Regio Politecnico a Politecnico di Torino. Nell'immediato dopoguerra il numero degli iscritti era di 2350.
Tra gli eventi di rilevanza del periodo, risaltano la direzione di Mario Boella del Nuovo Centro di Studio per la televisione di Torino, ricevuta dal Centro Nazionale Ricerca (CNR), e la nomina a professore straordinario di Architettura e Composizione architettonica di Carlo Mollino, di cui si ricorda il progetto per il nuovo Teatro Regio.
Nel 1958, durante il rettorato di Antonio Capetti, venne inaugurata la nuova sede del Politecnico in corso Duca degli Abruzzi 24, dove furono trasferiti tutti gli istituti di Ingegneria, mentre la facoltà di Architettura rimase al Castello del Valentino.
Nel 1959 venne celebrato il centenario del Politecnico: la commemorazione del passato, tuttavia, non escludeva una proiezione al futuro, come dimostra, l'anno seguente, l'istituzione del Centro di Calcolo, con l'acquisizione di un calcolatore Olivetti Elea 6001 e la fondazione, nel 1962, della Scuola di Ingegneria Aerospaziale. Gli studi di Ingegneria industriale si erano articolati in sette corsi di laurea distinti: Ingegneria Aeronautica, Chimica, Elettronica, Elettrotecnica, Meccanica, Mineraria e Nucleare.
Intanto, tra le manifestazioni studentesche del '68, la popolazione scolastica continuava ad incrementarsi, fatto che rese necessario un piano per lo sviluppo edilizio del Politecnico, che divenne realtà nel 1970, con l'apertura di nuove aule a Torino e con l'inaugurazione della sede distaccata di Novara nel 1971, indice del radicamento nel territorio a livello regionale.
Arrivando ai giorni nostri, il 1982 segna il passaggio dell'Ateneo alla struttura dipartimentale grazie all'operato del rettore Lelio Stragiotti. Vengono così attivati 17 dipartimenti: Automatica e informatica, Casa Città, Elettronica, Elettrotecnica, Energetica, Fisica, Georisorse e Territorio, Ingegneria Aeronautica e Spaziale, Ingegneria dei Sistemi Edilizi e Territoriali, Matematica, Progettazione Architettonica, Scienze dei Materiali e Ingegneria Chimica, Scienze e Tecniche dei processi di Insediamento, cui si aggiunge il dipartimento interateneo Territorio. La proposta formativa, nel corso degli anni Ottanta, viene integrata con un'apertura verso l'internazionalizzazione che comporta una cooperazione con numerosi paesi europei ed extra-europei.
Nel corso degli anni '80, a fronte del continuo incremento delle iscrizioni e della conseguente inadeguatezza delle strutture, si incomincia a pensare all'espansione del Politecnico nelle aree industriali dismesse comprese tra Corso Castelfidardo e Via Boggio. Questo progetto, denominato "Raddoppio", troverà attuazione nel decennio successivo, quando si darà inizio ai lavori durante il rettorato di Rodolfo Zich e Giovanni Del Tin. Nel 2006, in occasione della celebrazione del centenario della fondazione del Politecnico, sarà il rettore Francesco Profumo a inaugurare i primi edifici della Cittadella Politecnica, che rappresenta l'evoluzione del Progetto Raddoppio. Grazie al suo operato, il processo di internazionalizzazione trova continuazione e ulteriore ampliamento verso paesi in via di forte sviluppo economico e tecnologico.
Link esterni
Per accedere all'archivio