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Gabrielli, Giuseppe, ingegnere, docente (1903 - 1987)

 

Giuseppe Gabrielli (Caltanissetta, 1903 – Torino, 1987)

Nato in Sicilia e trasferitosi a Torino in tenera età, compie gli studi in Ingegneria al Politecnico di Torino dove si laurea nel 1925. Successivamente vince una borsa con cui si reca in Germania alla Technische Hochschule di Aquisgrana dove consegue una seconda laurea di “Doctor Ingenieur”, con una ricerca sulla rigidezza torsionale delle ali a sbalzo, presso la scuola del prof. Theodor von Kármán.

Rientrato in Italia nel 1927, avvia una brillante carriera sia industriale che accademica: lavora inizialmente allo stabilimento aeronautico Piaggio di Finale Ligure e, dal 1928, è assistente di Costruzioni aeronautiche al Politecnico di Torino, diventando docente nel 1930.

Nel 1929, presso lo stabilimento di Finalmarina, Gabrielli riprogetta, in una versione completamente metallica, il famoso idrovolante Savoia-Marchetti S 55, protagonista delle trasvolate atlantiche in formazione condotte da Italo Balbo. Il successo ottenuto dall’aeromobile lo pone all’attenzione degli ambienti industriali e militari dell’epoca, tanto da procurargli la possibilità di cimentarsi nel campo della progettazione vera e propria, impiegandosi in Fiat nel 1931 e successivamente dirigendo l’Ufficio tecnico aviazione sino agli inizi degli anni Ottanta.

Da allora, presso la Fiat, progetta un gran numero di aeroplani civili e militari valorizzando quel sistema di struttura metallica da lui stesso ideato e realizzato per primo in Italia.

Giuseppe Gabrielli ha firmato 142 velivoli, fra i quali il Fiat G.50 (1937), primo caccia italiano monoplano a sbalzo con ala bassa interamente metallico. Nel 1942 progetta il Fiat G.55, il più veloce e potente caccia italiano della II Guerra Mondiale; ai caccia sono da aggiungersi i velivoli da trasporto G 18 (bimotore) e G 12 e G 212 (trimotori), sviluppati rispettivamente prima, durante e dopo la II Guerra Mondiale. Nel dopoguerra, oltre alla realizzazione di velivoli da addestramento come i G 46, 49 e 59, la progettazione dei primi aviogetti di produzione nazionale, come il Fiat G.80 e il Fiat G.82, lo porta a sviluppare e realizzare il suo capolavoro: il Fiat G.91, turbogetto da caccia leggero, con cui vince un concorso bandito dalla NATO. Ne saranno realizzati circa 800 esemplari, in varie versioni, mono e biposto e mono e bimotore, e sarà adottato anche da Germania e Portogallo.

Agli inizi degli anni Sessanta, sotto la spinta della NATO, Gabrielli si interessa della progettazione dei velivoli a decollo e atterraggio verticale, elaborando brevetti originali con interessanti soluzioni tecniche, caratterizzanti progetti come il G.91S, il G.95/4, il G.95/6, che però, purtroppo, non saranno realizzati. Nel 1970 vede la luce il prototipo del G.222, aereo da trasporto tattico, prodotto per più di un ventennio.

Protagonista, nell’immediato dopoguerra, della ripresa e del rilancio dell’attività aeronautica italiana, Gabrielli prosegue la carriera accademica al Politecnico di Torino, ottenendo nel 1948 la cattedra di Progetto di aeromobili e successivamente fondando e dirigendo l’Istituto di Progetto di Aeromobili. Nel 1954 viene nominato capo della neonata Divisione Aviazione Fiat, che riuniva tutti i settori di interesse aeronautico dell’azienda. Negli anni successivi alla II Guerra Mondiale, avvia una raccolta di elementi di strutture aeronautiche, inizialmente utilizzate per scopi didattici che oggi costituiscono una delle importanti collezioni del dipartimento di Ingegneria Aeronautica e Spaziale del Politecnico di Torino.

Notevole è stato il suo contributo alla Ricerca Industriale Europea e Italiana, in particolare operando nell’AGARD, Ente di ricerca della NATO creato da von Kármán di cui, fin dall’inizio, viene eletto Delegato Civile per l’Italia. È stato membro delle maggiori istituzioni internazionali in campo aerospaziale, sia in ambito scientifico (Socio dell’Accademia delle Scienze di Torino) che industriale, membro del Consiglio Direttivo della Fiat e dal 1982 Presidente della Fiat AVIO.

Il 29 novembre 1987 Giuseppe Gabrielli muore alla età di 84 anni.

Intestazione di autorità

Gabrielli, Giuseppe, ingegnere
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