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Gabetti, Roberto, architetto, docente (1925-2000)

1950 - 2000
ROBERTO GABETTI
Torino, 29 novembre 1925 Torino, 5 dicembre 2000
Laurea Facoltà di architettura, Politecnico di Torino, 1949
Data iscrizione all’Albo 17 marzo 1950, n. 114
Roberto Gabetti si laurea con Giovanni Muzio nel 1949, al Politecnico di Torino,
dove lavorerà per oltre cinquant’anni, come assistente di Scienza delle
costruzioni dal 1950, “aiuto” e poi assistente alla cattedra di Carlo Mollino
dal 1953 e ordinario di Composizione architettonica dal 1967. Alla riforma dei
modelli formativi e delle strutture della scuola torinese (come la Biblioteca
centrale d’Architettura, di cui rimane direttore fino al 1986), è dedicata una
parte importante del suo impegno civile d’insegnante e studioso.
Precoce è l’inizio dell’attività progettuale, sempre legata alla collaborazione
con Aimaro Oreglia d’Isola. Tra le prime opere, la Borsa Valori e la Bottega
d’Erasmo nel 1957-59 divengono l’involontario paradigma del neoliberty, in una
polemica che porta all’attenzione internazionale l’architettura italiana e la
sua presunta fuoriuscita dal movimento moderno. L’attività dello studio Gabetti
e Isola prosegue intensa nei decenni successivi, pur lontana dalle polemiche,
attenta alle qualità dei luoghi, ma anche alle sperimentazioni tecnologiche,
soprattutto indifferente ai pregiudizi ideologici e figurativi, caratteristici
di un’intera generazione. Nel 1977 la rivista «Controspazio» dedica un numero
monografico alle architetture dei due architetti torinesi che, per lo più
costruite in Piemonte, acquistano fama in Italia e all’estero. Numerose
monografie e due esposizioni nel 1996, presso la Basilica Palladiana di Vicenza
e l’Institut français d’architecture di Parigi, consacrano uno dei percorsi
progettuali più originali della cultura italiana del secondo dopoguerra.
L’architettura costruita, tuttavia, forma solo parte della biografia
intellettuale di Gabetti. Presto l’inizio dell’età contemporanea gli appare,
infatti, un terreno di ricerca fertile, per mettere a confronto le diverse
tradizioni disciplinari della cultura politecnica, di là d’ogni pregiudizio.
Convinto della necessità, passata e presente, di verificare la coerenza tra
saperi e pratiche, anche attraverso il dialogo costante con gli interlocutori
del progetto d’architettura, dai committenti ai cittadini, dai politici alle
maestranze di cantiere, egli immagina attraverso gli scritti una differente
genealogia della modernità, fuori dell’ortodossia dello stile internazionale.
Con rigore filologico ma senza ansia documentaria, Gabetti costruisce una storia
culturale dell’architettura, capace non soltanto di raccontare, attraverso
un’accurata restituzione letteraria, la complessità di fenomeni come gli edifici
antonelliani, le scuole d’architettura, l’edilizia industriale o il progetto
dell’Encyclopédie, ma anche di ritrovarne le tracce nel progetto d’architettura
contemporanea.
DA: S. PACE, Roberto Gabetti, in: «Albo d'Onore del Novecento - Architetti a Torino», Celid, novembre 2002

Intestazione di autorità

Gabetti, Roberto, architetto, docente <1925-2000>

Attività/mestiere/professione

Qualifica:
architetto
Date:
1949 - 2000
architettodocente
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