Becker, Gino, architetto (1913 - 1971)
1945 - 1971
GINO BECKER
Udine, 03.11.1913 - Torino, 15. 01.1971
Laurea: Facoltà di Architettura, Politecnico di Torino, 1939
Iscrizione all’Albo: 1947
Profilo a cura di Marco Trisciuoglio
Libero professionista. Assistente incaricato e straordinario alla cattedra di
Composizione architettonica, quindi Assistente ordinario alla cattedra di
Caratteri Distributivi degli Edifici, presso la Facoltà di Architettura del
Politecnico di Torino (Prof. Giovanni Muzio), dal 1945 al 1950. Docente
incaricato a tempo indeterminato alla Cattedra di Geometria descrittiva,
prospettiva ed architettura presso l’Accademia Albertina delle Belle Arti, Liceo
Artistico di Torino, dal 1959.
Gino Becker appartiene a una generazione di architetti formatasi culturalmente
nella Torino degli anni Trenta e destinata a farsi operante soprattutto negli
anni Cinquanta.
I primi anni del Dopoguerra lo vedono impegnato soprattutto in allestimenti,
arredamenti e concorsi: è la Torino di Mollino, di Casorati, della rivista
“Agorà”, una città fervente di idee e di discussioni, tutta tesa tra la spinta
all’innovazione e l’influenza della tradizione crociana. In quest’ambiente
Becker costruisce la sua personalità di tecnico-intellettuale in una maniera che
ne fa quasi il prototipo dell’architetto torinese colto, legato alla tradizione
tecnica del suo mestiere, impegnato intellettualmente e politicamente, ma
soprattutto professionalmente.
Gli anni Cinquanta sono infatti il periodo di un’intensa attività professionale,
anni in cui lavora ai due blocchi residenziali alla “Falchera”, alla Sede della
Minerva Medica, alla Cooperativa per i dipendenti RIV, ma anche a quella
Sopraelevazione di Via Baretti cui la storiografia oggi riconosce il ruolo di
opera esemplificativa della poetica e della pratica dell’architetto.
Dotato di un’ammirata conoscenza dell’architettura olandese e mitteleuropea,
costantemente attento alle istanze dell’architettura organica, Becker coltiva
con disciplina una cura per il particolare, che lo porta a disegnare i più
minuti dettagli di ciò che costruisce, ad essi legando la gra-zia discreta e
modesta delle sue opere. Tiene costantemente aperto, negli anni, lo scambio
intellettuale con Passanti, Benevolo, Zevi, Gentili Tedeschi e altri,
dedicandosi poi, nell’ultimo decennio della vita, all’impegno civile, ancora una
volta inteso come risvolto dell’impegno professionale.
Così, la polemica con l’Ordine, che lo vede coinvolto in prima persona nel 1965,
e la successiva ricerca condotta in seno al Comité de Liason degli architetti
europei, non sono che i segni di uno strenuo e appassionato tentativo di
combattere le degenerazioni del costume professionale, dalle quali si sente
toccato nel profondo della propria etica.
DA: M. TRISCIUOGLIO, Gino Becker, in: «Albo d'Onore del Novecento - Architetti a Torino», Celid, novembre 2002
GINO BECKER
Udine, 03.11.1913 - Torino, 15. 01.1971
Laurea: Facoltà di Architettura, Politecnico di Torino, 1939
Iscrizione all’Albo: 1947
Profilo a cura di Marco Trisciuoglio
Libero professionista. Assistente incaricato e straordinario alla cattedra di
Composizione architettonica, quindi Assistente ordinario alla cattedra di
Caratteri Distributivi degli Edifici, presso la Facoltà di Architettura del
Politecnico di Torino (Prof. Giovanni Muzio), dal 1945 al 1950. Docente
incaricato a tempo indeterminato alla Cattedra di Geometria descrittiva,
prospettiva ed architettura presso l’Accademia Albertina delle Belle Arti, Liceo
Artistico di Torino, dal 1959.
Gino Becker appartiene a una generazione di architetti formatasi culturalmente
nella Torino degli anni Trenta e destinata a farsi operante soprattutto negli
anni Cinquanta.
I primi anni del Dopoguerra lo vedono impegnato soprattutto in allestimenti,
arredamenti e concorsi: è la Torino di Mollino, di Casorati, della rivista
“Agorà”, una città fervente di idee e di discussioni, tutta tesa tra la spinta
all’innovazione e l’influenza della tradizione crociana. In quest’ambiente
Becker costruisce la sua personalità di tecnico-intellettuale in una maniera che
ne fa quasi il prototipo dell’architetto torinese colto, legato alla tradizione
tecnica del suo mestiere, impegnato intellettualmente e politicamente, ma
soprattutto professionalmente.
Gli anni Cinquanta sono infatti il periodo di un’intensa attività professionale,
anni in cui lavora ai due blocchi residenziali alla “Falchera”, alla Sede della
Minerva Medica, alla Cooperativa per i dipendenti RIV, ma anche a quella
Sopraelevazione di Via Baretti cui la storiografia oggi riconosce il ruolo di
opera esemplificativa della poetica e della pratica dell’architetto.
Dotato di un’ammirata conoscenza dell’architettura olandese e mitteleuropea,
costantemente attento alle istanze dell’architettura organica, Becker coltiva
con disciplina una cura per il particolare, che lo porta a disegnare i più
minuti dettagli di ciò che costruisce, ad essi legando la gra-zia discreta e
modesta delle sue opere. Tiene costantemente aperto, negli anni, lo scambio
intellettuale con Passanti, Benevolo, Zevi, Gentili Tedeschi e altri,
dedicandosi poi, nell’ultimo decennio della vita, all’impegno civile, ancora una
volta inteso come risvolto dell’impegno professionale.
Così, la polemica con l’Ordine, che lo vede coinvolto in prima persona nel 1965,
e la successiva ricerca condotta in seno al Comité de Liason degli architetti
europei, non sono che i segni di uno strenuo e appassionato tentativo di
combattere le degenerazioni del costume professionale, dalle quali si sente
toccato nel profondo della propria etica.
DA: M. TRISCIUOGLIO, Gino Becker, in: «Albo d'Onore del Novecento - Architetti a Torino», Celid, novembre 2002
- Metadati
- Relazioni
Intestazione di autorità
- Becker, Gino, architetto (1913 - 1971)
Attività/mestiere/professione
- Qualifica:
- architetto
- Date:
- 1939 - 1971
Nazionalità
- italiana
Link esterni
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