Collezioni ScientificheNesosilicati e Subnesosilicati
Nei nesosilicati, o silicati a isola, da cui il nome (nesos = isola), i tetraedri non sono collegati direttamente tra loro, cioè non hanno alcun atomo di ossigeno in comune. Elementi generali dei minerali di questa sottoclasse, sono l’elevata durezza, la mancanza di una netta sfaldatura e un deciso allocromatismo (cioè il colore non è dovuto alla composizione chimica, ma può essere variabile per difetti strutturali del reticolo cristallino o per inclusioni). Alcuni nesosilicti sono costituenti essenziali di interi gruppi di rocce, come ad esempio l’olivina, e i vari rappresentanti della famiglia dei granati, tra cui i più diffusi sono il piropo, l’almandino, la spessartite, la grossularia, l’andradite e l’uvarovite, con molteplici varietà cromatiche. Tra i minerali di uso industriale, oltre all’olivina e ai granati, si hanno lo zircone, la willemite e la torite, mentre tra le specie di interesse più prettamente scientifico e collezionistico si possono ricordare la fenacite, talvolta impiegata in gioielleria, e la monticellite.
I subnesosilicati, che in alcune classificazioni cristallochimiche sono trattati come una sottoclasse a sé stante e in altre come un gruppo di minerali della sottoclasse dei nesosilicati, si differenziano da questi ultimi per contenere nel reticolo cristallino altri anioni estranei.
Si tratta di circa una cinquantina di specie, come la staurolite, il cloritoide, la titanite, la datolite, la sillimanite, l’andalusite e la cianite, nonché l’uranofane, la kasolite e la cuprosklodowskite, minerali utili per l’estrazione dell’uranio. Il topazio e l’euclasio sono invece usati in gemmologia, mentre la braunite è uno dei più importanti minerali di manganese, elemento essenziale per l’industria siderurgica.