Collezioni ArchivisticheF.R.I.G.T. Fabbriche Riunite Industrie Gomma (poi Superga), Torino.
Il progetto contiene disegni riguardanti la centrale termica da costruirsi nell'area dello stabilimento industriale, il dopolavoro e l'asilo nido da collocarsi nell'area-giardino al lato settentrionale dello stabilimento stesso.
Il tema del Dopolavoro è più volte affrontato da Melis nelle sue opere, sia come parte di una organizzazione complessa (abbiamo visto per esempio la palestra nella sede della Reale Mutua di Assicurazioni), sia come realizzazione a se stante come, nel 1938, l'Asilo nido e il Dopolavoro delle Fabbriche Riunite Industrie Gomma Torino. L'opera è a nostro parere una delle meglio riuscite di tutta la produzione di Melis. Essa è ampiamente documentata, da pubblicazioni coeve e da un numero abbastanza consistente di disegni appartenenti al Fondo da noi considerato. La adesione alle forme del razionalismo di matrice internazionale non è in questo caso limitata alla distribuzione interna degli ambienti ma è soprattutto riconoscibile nella puntuale traduzione in volume di tale distribuzione. La matrice di stile '900 è visibile unicamente in qualche dettaglio decorativo. Il terreno del Nido e del Dopolavoro è attiguo al terreno dello stabilimento (anche questo progettato da Melis); lo spazio è ben servito da vie e da un raccordo ferroviario a disposizione dello stabilimento stesso. Il Nido occupa una striscia il cui asse maggiore è orientato nord-sud, il Dopolavoro chiude l'isolato verso la via Verolengo. Il resto del terreno è occupato da campi da bocce, da pallacanestro, da pallacorda e da tennis. L'ingresso del Nido e del Dopolavoro sono separati e si affacciano su vie diverse: il terreno del nido risulta in questa maniera completamente isolato. Il fabbricato del Nido d'infanzia comprende l'ingresso, la stanza del medico, lo spogliatoio, la stanza dei bagnetti, la cucina, il refettorio, la sala ricreazione, la sala culle, la sala madri. La parte più interessante dell'edificio è comunque la sala ricreazione, comunemente denominata "la rotonda", uno spazio circolare di 350 metri quadrati di superficie. Lo spazio risulta di grande interesse per svariati motivi: innanzi tutto in essa scorgiamo un richiamo alle teorizzazioni del razionalismo internazionale per cui è la funzione a dettare la forma di un edificio. La sala da ricreazione infatti deve essere uno spazio molto ampio, senza punti critici o pericolosi, e quale forma migliore di quella circolare per rispondere a queste esigenze? Altro motivo di grande interesse è il modo in cui è risolta la copertura; essa poggia infatti su di un unico pilastro centrale a fungo, percorso internamente dal tubo di discesa delle acque piovane. Il fabbricato del dopolavoro comprende invece un piano rialzato- nel quale si trovano la palestra, gli spogliatoi, i servizi igienici e le docce, il bar, la sala di lettura, la sala da gioco e un grande salone per le riunioni- e un primo piano parziale nel quale si trovano gli uffici e l'abitazione del custode. Al primo piano è inoltre disposta una serie di terrazzi variamente orientati e comunicanti con il giardino. L'opera riceverà un encomio particolare nella critica coeva; essa rappresenta infatti in maniera innovativa le necessità del regime fascista, senza cadere in un retorico monumentalismo che ritroviamo spesso in altre realizzazioni di Melis. Nell'opera è volutamente eliminata ogni simmetria e almeno in pianta, ogni richiamo classico. Lo studio razionale della distribuzione degli spazi interni rende possibile la fruizione dell'edificio anche in epoca successiva (è ancora oggi usato come asilo nido e scuola materna).
Il tema del Dopolavoro è più volte affrontato da Melis nelle sue opere, sia come parte di una organizzazione complessa (abbiamo visto per esempio la palestra nella sede della Reale Mutua di Assicurazioni), sia come realizzazione a se stante come, nel 1938, l'Asilo nido e il Dopolavoro delle Fabbriche Riunite Industrie Gomma Torino. L'opera è a nostro parere una delle meglio riuscite di tutta la produzione di Melis. Essa è ampiamente documentata, da pubblicazioni coeve e da un numero abbastanza consistente di disegni appartenenti al Fondo da noi considerato. La adesione alle forme del razionalismo di matrice internazionale non è in questo caso limitata alla distribuzione interna degli ambienti ma è soprattutto riconoscibile nella puntuale traduzione in volume di tale distribuzione. La matrice di stile '900 è visibile unicamente in qualche dettaglio decorativo. Il terreno del Nido e del Dopolavoro è attiguo al terreno dello stabilimento (anche questo progettato da Melis); lo spazio è ben servito da vie e da un raccordo ferroviario a disposizione dello stabilimento stesso. Il Nido occupa una striscia il cui asse maggiore è orientato nord-sud, il Dopolavoro chiude l'isolato verso la via Verolengo. Il resto del terreno è occupato da campi da bocce, da pallacanestro, da pallacorda e da tennis. L'ingresso del Nido e del Dopolavoro sono separati e si affacciano su vie diverse: il terreno del nido risulta in questa maniera completamente isolato. Il fabbricato del Nido d'infanzia comprende l'ingresso, la stanza del medico, lo spogliatoio, la stanza dei bagnetti, la cucina, il refettorio, la sala ricreazione, la sala culle, la sala madri. La parte più interessante dell'edificio è comunque la sala ricreazione, comunemente denominata "la rotonda", uno spazio circolare di 350 metri quadrati di superficie. Lo spazio risulta di grande interesse per svariati motivi: innanzi tutto in essa scorgiamo un richiamo alle teorizzazioni del razionalismo internazionale per cui è la funzione a dettare la forma di un edificio. La sala da ricreazione infatti deve essere uno spazio molto ampio, senza punti critici o pericolosi, e quale forma migliore di quella circolare per rispondere a queste esigenze? Altro motivo di grande interesse è il modo in cui è risolta la copertura; essa poggia infatti su di un unico pilastro centrale a fungo, percorso internamente dal tubo di discesa delle acque piovane. Il fabbricato del dopolavoro comprende invece un piano rialzato- nel quale si trovano la palestra, gli spogliatoi, i servizi igienici e le docce, il bar, la sala di lettura, la sala da gioco e un grande salone per le riunioni- e un primo piano parziale nel quale si trovano gli uffici e l'abitazione del custode. Al primo piano è inoltre disposta una serie di terrazzi variamente orientati e comunicanti con il giardino. L'opera riceverà un encomio particolare nella critica coeva; essa rappresenta infatti in maniera innovativa le necessità del regime fascista, senza cadere in un retorico monumentalismo che ritroviamo spesso in altre realizzazioni di Melis. Nell'opera è volutamente eliminata ogni simmetria e almeno in pianta, ogni richiamo classico. Lo studio razionale della distribuzione degli spazi interni rende possibile la fruizione dell'edificio anche in epoca successiva (è ancora oggi usato come asilo nido e scuola materna).
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- Metadati
- Relazioni
Data
- Data CA:
- 1930 - 1950
- Data:
- 1930 - 1950
- Motivazione della cronologia:
- data desunta da ricerca bibliografica
- Tipo data:
- data della documentazione
Numerazione definitiva
- N. definitivo:
- 24
- Prefisso della numerazione:
- MLS
- Numerazione definitiva (migrazione):
- MLS 24. 1-33
Consistenza
- Consistenza (testo libero):
- 33 unità documentaria
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