Collezioni ArchivisticheEsposizione di Architettura e Arti Decorative di Torino del 1928: padiglione dei Sindacati Fascisti
Esposizione di Architettura e Arti Decorative di Torino del 1928: padiglione dei Sindacati.
All'interno dell'ideologia fascista il valore del lavoro come realizzazione dello Stato e quindi dell'individuo, assume un peso determinante. Uno dei primi atti legali voluti dal nuovo assetto politico è infatti la Carta del Lavoro in cui "con sublime e stringata eloquenza" si proclama all'art. 1: "La Nazione italiana è una unità morale, politica e economica che si realizza integralmente nello Stato Fascista", proseguendo all'art. 2: "il lavoro sotto tutte le forme intellettuali, tecniche, manuali è un dovere sociale". Il valore di "sacralità" assunto dal lavoro viene chiaramente sottolineato dall'organizzazione sindacale fascista, che in seguito assumerà la forma del corporativismo; i sindacati fascisti, gli unici ai quali è concesso di esistere, costituiscono l'organizzazione unitaria delle forze della produzione. Da queste pur brevi considerazioni emerge quale sia la portata politica e sociale del Padiglione dei Sindacati Fascisti realizzato da Melis per l'esposizione Internazionale di architettura e di arti decorative del 1928. Lo slancio ideale simboleggiato nell'opera trova la sua forma in una torre di 40 m. che conclude il padiglione stesso, e che richiama le forme di molti dei littoriali fascisti. Il padiglione si presenta di per sè relativamente piccolo; in esso l'unica valenza che ha rilievo è quella simbolica. Non deve infatti essere utilizzato per l'esposizione di manufatti, oggetti d'arredo, ma deve unicamente rappresentare la forza e l'importanza messa in primo piano, dei sindacati fascisti: la frase scritta sulla cornice, inneggiante al valore sacro del lavoro e lo sviluppo in altezza sintetizzano l'intento esplicito di dare rilevanza alle organizzazioni sindacali.
All'interno dell'ideologia fascista il valore del lavoro come realizzazione dello Stato e quindi dell'individuo, assume un peso determinante. Uno dei primi atti legali voluti dal nuovo assetto politico è infatti la Carta del Lavoro in cui "con sublime e stringata eloquenza" si proclama all'art. 1: "La Nazione italiana è una unità morale, politica e economica che si realizza integralmente nello Stato Fascista", proseguendo all'art. 2: "il lavoro sotto tutte le forme intellettuali, tecniche, manuali è un dovere sociale". Il valore di "sacralità" assunto dal lavoro viene chiaramente sottolineato dall'organizzazione sindacale fascista, che in seguito assumerà la forma del corporativismo; i sindacati fascisti, gli unici ai quali è concesso di esistere, costituiscono l'organizzazione unitaria delle forze della produzione. Da queste pur brevi considerazioni emerge quale sia la portata politica e sociale del Padiglione dei Sindacati Fascisti realizzato da Melis per l'esposizione Internazionale di architettura e di arti decorative del 1928. Lo slancio ideale simboleggiato nell'opera trova la sua forma in una torre di 40 m. che conclude il padiglione stesso, e che richiama le forme di molti dei littoriali fascisti. Il padiglione si presenta di per sè relativamente piccolo; in esso l'unica valenza che ha rilievo è quella simbolica. Non deve infatti essere utilizzato per l'esposizione di manufatti, oggetti d'arredo, ma deve unicamente rappresentare la forza e l'importanza messa in primo piano, dei sindacati fascisti: la frase scritta sulla cornice, inneggiante al valore sacro del lavoro e lo sviluppo in altezza sintetizzano l'intento esplicito di dare rilevanza alle organizzazioni sindacali.
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- Metadati
- Relazioni
Data
- Data CA:
- 1928
- Data:
- 1928
- Note alla data:
- Datazione calcolata
Numerazione definitiva
- N. definitivo:
- 2
- Prefisso della numerazione:
- MLS
- Numerazione definitiva (migrazione):
- MLS.12.2. 1-10
Consistenza
- Consistenza (testo libero):
- 10 disegno
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