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Collezioni ArchivisticheSocietà Porcheddu ing. G. A.

L'archivio della Società Porcheddu conserva in 385 dossier i disegni, i fogli di calcolo, la corrispondenza e le immagini fotografiche di circa 2600 opere edili in calcestruzzo armato eseguite con il sistema Hennebique tra il 1894 e il 1933. Si tratta di lavori molto diversi per tipologia e dimensione: dal semplice solaio per casa di civile abitazione, a ponti e viadotti o edifici multipiano con struttura a telaio complessa e di grandi dimensioni.
Tra i lavori più significativi si citano:
- Palazzo dei Giganti, Genova, 1896;
- Edifici residenziali di via XX settembre, Genova, 1896-1904;
- Mercato orientale, Genova, 1898-1899;
- Silos granari del porto di Genova, 1898-1901;
- Palazzo Assicurazioni Generali Venezia, MIlano, 1898;
- Padiglione Magazzini Ansaldi, Milano, 1903;
- Casa Marangoni in via Nizza, Torino, 1904;
- Officina Grandi Motori Fiat, Torino, 1905-1906;
- Palazzo Nuova Borsa, Genova, 1907-1910;
- Stabilimento RIV, Villar Perosa (TO), 1906-1908;
- Ponte Duca degli Abruzzi sulla Dora, Torino, 1908;
- Campanile di San Marco, Venezia, 1910-1911;
- Stadium, Torino, 1911;
- Ponte Risorgimento, Roma, 1911;
- Viadotto ferroviario sulla linea Torino-Ciriè-Lanzo, Ceres, 1915;
- Stabilimento Fiat Lingotto, Torino, 1916-1922;
- Hangars per dirigibili, Parma, 1918;
- Ponte Vittorio Emanuele III, Torino, 1926;
- Case della Compagnia Anonima di Assicurazioni in corso Giulio Cesare, Torino, 1929-1931.
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Data

Data CA:
1894/1933
Data:
1894/1933
Note alla data:
sono presenti alcune pratiche antecedenti il 1895 non utilizzanti la tecnica del cemento armato.
Motivazione della cronologia:
presente sui documenti
Tipo data:
data della documentazione

Consistenza

Tipologia:
faldone/i
Quantità:
385

Storia istituzionale/Biografia

Nel 1894 lo Studio tecnico ingegneri Ferrero e Porcheddu con sede in Torino, piazza Cavour 2, ha la rappresentanza dei «Solai incombustibili Sistema Hennebique». L'anno successivo, 1895, l'ingegner Giovanni Antonio Porcheddu diviene concessionario del brevetto d'uso del sistema costruttivo Hennebique per la costruzione di opere in calcestruzzo armato. A partire dal 1896 l'intestazione dei documenti riporta la dicitura: «ing. G.A. Porcheddu studio tecnico Hennebique ed Agenzia Generale per l'Alta Italia - Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto», con sede ancora in piazza Cavour 2. Il trasferimento in una nuova sede, un ampio e basso fabbricato per uffici e laboratori, sito in corso Valentino 20 (oggi corso Marconi), avviene nel 1903; qui l'impresa può disporre anche di un laboratorio per prove di carico sui semilavorati. Oltre alla sede torinese l'impresa, con assetto societario dal 1906, ha filiali a Milano, Genova e Roma e dispone di una propria ferriera a Genova per la produzione di barre di armatura. A partire dal 1914, infatti, la società diviene il solo concessionario Hennebique per tutta l'Italia peninsulare.
L'organizzazione interna dell'ufficio prevede l'uso di moduli prestampati utilizzati sia per la progettazione che per l'appalto delle opere e un'accurata organizzazione dell'archivio dove le pratiche sono ordinate per località e per anni. L'esecuzione dei calcoli e lo sviluppo dei progetti delle strutture, all'inizio dell'attività è realizzato dal Bureau Technique Hennebique de Bruxelles o dagli agenti della sede di Napoli, ma già nel 1897, per i lavori più semplici, i calcoli vengono autonomamente elaborati a Torino e dall'anno successivo è raggiunta l'autonomia di calcolo e di progetto rilevabile anche dall'introduzione di nuovi moduli prestampati, intestati ing. G.A. Porcheddu, per il calcolo e la progettazione. Da questo momento solo occasionalmente e per opere di particolare rilievo, come i Silos Granari del porto di Genova (1899) o il Ponte Risorgimento a Roma (1910-1911), i calcoli vengono impostati dagli uffici centrali Hennebique.
Presso lo studio torinese si formano molti valenti ingegneri e calcolatori. Tra questi si cita l'ingegner Danusso, collaboratore a partire dal 1905, che diventerà nel 1915 professore al Politecnico di Milano, al quale si devono le teorie delle autotensioni sviluppate negli anni Trenta del Novecento e un forte contributo alla fondazione dell'ISMES-Istituto Sperimentale Modelli e Strutture di Bergamo.
Nel corso dell' attività lo studio realizza 2600 opere prevalentemente localizzate in Piemonte, Liguria, Lombardia e Veneto con lavori anche a Roma, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Sardegna e Tripoli (Libia) e, nonostante sia inserito in una più vasta organizzazione internazionale, non si limita al calcolo strutturale bensì presenta proposte innovative oggetto di brevetto, come le barre a sezione non tonda e aderenza migliorata.
 

Criteri di descrizione

Nella descrizione del fondo si è mantenuta l'originaria suddivisione per località, che da origine a 12 serie. All'interno dei faldoni si è mantenuta inalterata l'originaria collocazione delle pratiche, anche quando la data o la località non corrispondono esattamente con l'intestazione del dossier stesso. Si possono infatti verificare i seguenti casi: - per un lavoro iniziato in un anno e successivamente, anche dopo uno o più lustri, ripreso per ampliamenti o interventi di modifica degli edifici, i documenti possono essere collocati all'interno della stessa pratica (benché con date diverse); oppure gli incarichi più recenti possono avere un numero di pratica ex-novo ed essere collocati nei faldoni corrispondenti all'anno di avvio della nuova attività. - pratiche collocate in origine in posizione errata per località o per anno. Per ogni fascicolo / pratica si sono rilevati: il numero di pratica e l'anno, l'opera, il progettista, il tipo di lavoro, eventuali note. Si rileva che: - gli anni segnalati nella pratica generalmente NON si riferiscono al progetto architettonico presentato per l'approvazione in Municipio, ma alle fasi di elaborazione del progetto strutturale in cemento armato. - con il termine "opera" si intende l'edificio per il quale la Società Porcheddu progetta le strutture (es. Stabilimento X, Casa Y, ...) In alcuni casi per mancanza di documentazione si è riportata una dizione relativa alla committenza che non necessariamente corrisponde alla esatta denominazione della stessa. Quando il tipo di costruzione non è stato individuato si è utilizzata la dizione "edificio X". Si riporta inoltre il Comune di ubicazione dell'opera. - Il progettista è segnalato quando presente con carte intestate, timbri o firme, richiami espliciti nei carteggi. Se non esplicitamente identificabile non è segnalato. - Il "tipo di lavoro" corrisponde all'oggetto dei progetti statico-strutturali sviluppati dalla Società Porcheddu: solaio, volta, copertura, terrazzo, solai e pilastri, struttura a telaio, struttura a shed, struttura a capriate, ponte, fondazione, intercapedine, trave, piattabanda, scala, balcone, bovindo, palo, cappa, garage, tettoia, canale, serbatoio, vasca, sbarramento, solos, struttura (quest'ultimo per lavori strutturali che non rientrano nelle definizioni precedenti o che non sono facilmente classificabili).

Criteri di ordinamento

Il fondo conserva l'ordine originario per località e cronologico. E' organizzato in 12 serie: Torino (102 dossier), Piemonte (70 dossier), Liguria (58 dossier), Genova (62 dossier), Milano-Lombardia (26 dossier), Roma (19 dossier), Veneto (11 dossier), Messina-Palermo (11 dossier), Reggio Calabria (8 dossier), Sardegna (3 dossier), Tripoli (2 dossier), zone diverse (13 dossier). Ciascun dossier è contraddistinto da un'intestazione che individua la località e l'anno o arco temporale e contiene una o più pratiche di lavori classificati con una segnatura originaria costituita da una coppia di numeri: il numero progressivo della pratica dato dalla Società Porcheddu, seguito dal numero progressivo di pratica assegnato dall'Organizzazione Internazionale Hennebique (quest'ultimo non è più riportato a partire dagli anni 1906-1907). Nel 2024 l'inventario redatto da Riccardo Nelva e Bruno Signorelli nel 1977, è stato riversato in Archiui rispettandone la struttura, ma adattando la descrizione agli standard di descrizione archivistica Isad (G).

Consultabilità

su appuntamento scrivendo a: archivi@polito.it

Riproduzioni e copyright

I fondi sono consultabili e riproducibili nel rispetto del Regolamento di Ateneo per la consultazione degli Archivi Storici e suo tariffario.

Bibliografia

NELVA R., SIGNORELLI B., Avvento ed evoluzione del calcestruzzo armato in Italia: il sistema Hennebique, Milano, Edizioni di scienza e tecnica, 1990
BERTOLINI C., NELVA R., Aspetti progettuali e di inserimento ambientale di due ponti ferroviari in calcestruzzo armato degli inizi del Novecento (linea Lanzo-Ceres) in AA.VV., Strade ferrate in Piemonte, Torino, Politecnico di Torino - Facoltà di Ingegneria, 1993, pp.321-336.
NELVA R., Calcestruzzi armati e pietre artificiali nei primi anni di applicazione del béton armé in Italia, in «Recupero e Conservazione», n. 3, aprile-maggio 1995, pp. 29-40.
NELVA R., Pietra artificiale e calcestruzzo armato nella progettazione degli edifici torinesi tra Ottocento e Novecento, in Politecnico di Torino, DISET, Atti del seminario «Malte a vista con sabbie locali nella conservazione degli edifici storici», Torino, 6-8 luglio 2000.
NELVA R., I ponti «tipo Risorgimento», in «Rassegna di Architettura e Urbanistica», Roma, Kappa, anno XLI n. 121/122 (numero doppio monografico sull’Ingegneria italiana), 2007, pp. 60-74.
NELVA R., SIGNORELLI B. Impiego di calcestruzzi armati sistema Hennebique a Messina e Reggio Calabria per la ricostruzione dopo il sisma del 1908, Firenze, Alinea, 2009, pp.123-132.
NELVA R., Typologies of the reinforced concrete industrial buildings in north Italy at the beginning of the 20th century: examples of Hennebique system realizations, Napoli, Luciano ed., 2009, pp. 65-73.
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