Collezioni ArchivisticheFrancese Francesco
FondoIl piccolo fondo conserva in copia documenti, fotografie e filmati, articoli di giornale, relativi all'attività e alla vita dell'ingegner Francesco Francese raccolti dalla figlia Mariangela Francese.
Tra i progetti documentati:
Il fondo è in corso di inventariazione, per informazioni scrivere ad archivi@polito.it
Tra i progetti documentati:
- Dopolavoro di Vercelli (1934-1936);
- Acquedotto di Asigliano (1936);
- Casa Littoria di Asigliano (1938);
- Caserma dei Carabinieri di Trino Vercellese (1937);
- Casa Littoria di Collobiano (1938);
- Casa dell’Unione Lavoratori dell’Agricoltura, o Casa del Contadino (1940, divenuta poi sede Cgil).
Il fondo è in corso di inventariazione, per informazioni scrivere ad archivi@polito.it
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- Metadati
- Relazioni
Data
- Data CA:
- 1930 - 1941
- Data:
- 1930 - 1941
- Tipo data:
- data della documentazione
Tipologia giuridica
- copia semplice
Consistenza
- Tipologia:
- faldone/i
- Quantità:
- 4
- Tipologia:
- disegno/i
- Quantità:
- 3
Storia istituzionale/Biografia
- Nato l’8 marzo del 1902 a Montonero (VC) da Eusebio e Maria Monformoso, Francesco Francese si trasferisce a Collobiano. Consegue la maturità presso l’Istituto Tecnico di Casale Monferrato (AL) nel 1923 e nel 1926 si iscrive all’Università di Bologna per poi trasferirsi, l’anno successivo, all’Università di Padova dove si laurea in ingegneria industriale elettrotecnica nel 1929 con una tesi sulla «Distribuzione di energia elettrica a scopi agricoli in un’area del Vercellese». Presso la stessa università segue nell’A.A. 1929/1930 un corso di perfezionamento in ingegneria idraulica.
In quegli stessi anni deve conciliare la formazione scolastica con gli obblighi militari: nel 1921 presta servizio al Distretto Militare di Vercelli, per poi essere destinato a Fenestrelle nel terzo Reggimento Alpini. Nel 1931 è richiamato alle armi, ancora negli Alpini, con il grado di tenente di fanteria.
Coltiva con successo la passione per il volo, la fotografia e la montagna.
Il 10 luglio 1937 ottiene il brevetto di pilota di velivoli di primo grado.
Con la Seconda Guerra Mondiale è destinato alla scuola di pilotaggio di Puntisela di Pola. Dopo la nomina a capitano è trasferito prima a Roma, poi a Torino fino al congedo il primo maggio 1945.
Dopo la Guerra si dedica soprattutto alla conduzione della tenuta Castello di Quinto Vercellese, conciliando la risicoltura all’allevamento. Il suo genio tecnico si trasferisce dall’ingegneria alla meccanica tanto che nel 1944 brevetta una macchina estirpatrice per steli erbacei, particolarmente efficiente per le piantine da riso. Colpito da malattia contratta durante il conflitto, muore il 21 ottobre del 1950 a Quinto Vercellese.
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