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Collezioni ScientificheCollezione geo-mineralogica - DIATI

La collezione nasce nei primi decenni dell’Ottocento dall’unione di due raccolte di minerali e rocce: una proveniente dall’Azienda Generale Economica dell’Interno (1816) e una dell’Ecole des Mines di Moutiers in Savoia. Nel 1853, con la soppressione dell’Azienda, la collezione, che conta quasi 7.000 unità, viene ceduta al Regio Istituto Tecnico di Torino, dove Quintino Sella, docente e direttore dal 1856, la riordina e arricchisce, portandola a 18.000 esemplari. Dopo la metà dell’Ottocento, per mancanza di spazio, la collezione viene trasferita al Castello del Valentino, sede dal 1860 della Scuola di Applicazione per gli Ingegneri di TorinoBartolomeo Gastaldi, successore di Sella, contribuisce ad un successivo incremento con donazioni dalla sua collezione privata. Nel 1885, il Museo di Geologia e Mineralogia della Scuola conta oltre 25.000 campioni. 

Le collezioni geo-mineralogiche e minerarie, di interesse industriale, conservate presso il Regio Museo Industriale, vengono in gran parte raccolte e ordinate da William Jervis, conservatore del Museo fino al 1899. Nel 1906, la fusione tra la Scuola di applicazione per gli Ingegneri e il Regio Museo Industriale porta alla creazione del Politecnico. Nel 1911 la collezione geo-mineralogica viene trasferita dal Regio Museo Industriale al Castello del Valentino e aperta al pubblico. Nel 1917, sotto la direzione di Federico Sacco, il museo conta oltre 35.000 campioni. Nel 1935-36 le collezioni vengono nuovamente spostate in via dell’Ospedale, raggiungendo circa 40.000 campioni. Nel 1940 il Politecnico di Torino incarica Alberto Pelloux di riordinare la collezione geo-mineralogica, dando vita al Museo di Geologia, Mineralogia e Giacimenti Minerari. La direzione passa successivamente ad Aldo Bibolini, affiancato da Antonio Cavinato e da Luigi Peretti. L’8 dicembre 1942 un bombardamento incendia il palazzo di via dell’Ospedale, causando la perdita di parte delle collezioni, poi trasferite al Castello del Valentino. Un secondo bombardamento nel 1943 distrugge definitivamente l’area. Nel 1958 ciò che resta delle collezioni viene ospitato nella nuova sede del Politecnico in corso Duca degli Abruzzi.

Nel 1962 viene acquisita la collezione Crida, appartenuta a Celso Crida (1867-1950), medico, naturalista e collezionista piemontese, figura significativa nella Torino scientifica dei primi decenni del ’900. Nel 1983 nasce il Dipartimento di Georisorse e Territorio, oggi DIATI, che conserva tutte le collezioni geo-mineralogiche storiche, ereditate dalle precedenti istituzioni.

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